Mi sento sopraffatta dalle notizie degli ultimi giorni, che vanno a sommarsi a quelle delle ultime settimane, mesi, anni... Ho l'impressione di vivere in una continua discesa agli inferi, sempre più veloce, tra guerre, avanzata delle destre estreme, violenza quotidiana verso i più deboli, che siano migranti su un barchino o braccianti schiavizzati nelle nostre campagne, e poi uomini che inesorabilmente uccidono o tentano di uccidere donne a loro vicine, che siano figli, mariti, o ex, poco importa, sono sempre tanti, troppi, e poi ancora genocidi, sopraffazioni, cattiverie, etc.
In questa caduta vorticosa cresce la voglia di spegnere tutto, chiudersi in casa, voltare lo sguardo, mentre il senso di impotenza e di responsabilità – spoiler: sì, sono responsabile anche io di tutto questo - bussano forte al mio cervello e al mio cuore.
Stringo forte gli occhi, mi tappo le orecchie e mi accovaccio in un angolo, come se questo potesse allontanarmi da una realtà tanto dolorosa.
In fondo “cosa posso fare nel mio piccolo?”
Una domanda che mi regala un momento di calma, di piccola rassicurazione nel pensiero che in fondo io non possa proprio fare niente, che tutto ciò che accade, succede indipendentemente da me.
Per fortuna sono allenata a non fermarmi di fronte alla prima cosa che leggo, o che vedo, a chiedermi “come mai?” e ad avere quindi la forza di aprire il mio sguardo per capire da dove arrivi questo fumo nero e tossico.
Quello che succede oggi è complesso, ma non è arrivato improvvisamente, ci sono voluti decenni per incoraggiare la nostra memoria da pesce rosso, per convincerci non sia importante studiare, leggere, approfondire cosa ci succeda intorno. Dagli anni 80 Berlusconi ha dato il via – non da solo, certo – con le sue TV commerciali ad un livellamento della Cultura che ci ha traghettati piano piano oggi sui social, dai quali è ormai difficile staccarsi.
Scorriamo immagini, video, notizie, senza mai soffermarci davvero, non c'è tempo in fondo, sarebbe impossibile starci dietro, ma intanto nutrono il nostro senso di impotenza, la rabbia, il volersi chiudere nel nostro micro cosmo e difenderlo ad ogni costo.
Dimentico anche io a volte che chi ha il potere ha tutto l'interesse di incoraggiare l'ignoranza, manipolare le masse facendo credere loro (noi) che i problemi arrivino sempre dall'esterno, non siano mai nostra responsabilità, che dobbiamo incazzarci ed opporci a questo e a quello.
C'è un romanzo di fantapolitica scritto dall'economista americana Susan George, che io feci adattare per il teatro e portai in scena, come primo spettacolo della mia neonata Compagnia LaQ-Prod, ormai 20 anni fa. Il titolo è “Il Rapporto Lugano ovvero come salvare il Capitalismo nel XIX secolo”. E' tutto scritto lì, é il famoso dividi et impera, è il ricordarsi che chi detiene il potere ha spesso come obbiettivo il mantenerlo il più a lungo possibile, costi quel che costi (agli altri).
Quindi “cosa posso fare nel mio piccolo?”
L'opposto. Leggere, studiare, approfondire, parlare, confrontarsi, senza bisogno di urlare o convincere ad ogni costo l'altra persona della bontà delle nostre ragioni.
Questa serie di azioni contengono già un piccolo semino che un giorno darà i suoi frutti.
Seminare è sempre la soluzione migliore, l'ho visto con la Pedagogia Nera, quando capii cosa fosse mi sembrò impossibile cambiare una cultura secolare e infatti lo è! Quello però che sto facendo da qualche anno è lanciare in ogni direzione possibile – a teatro, sui social, nei convegni, al bar – semini di consapevolezza. E i frutti inizio a vederli, siamo sempre più numeros3 a sapere quali siano le radici della violenza quotidiana e che sia indispensabile mettere in discussione il sistema educativo secolare. Non vedrò mai una società serena, rispettosa dei bambini, piena di attenzioni per gli altri e l'ambiente, però so che quando arriverà, io avrò contribuito per la sua realizzazione.
Nel mio piccolo, posso fare molto, moltissimo!