Gennaio, anno nuovo vecchi propositi!
Da Gisèle Pelicot a Mammucari, passando per le lavagne di INFANZIA FELICE, cosa mi porto nel 2025, un nuovo anno in cui portare vecchi buoni propositi.
“Buon Anno, tanti cari auguri, quest’anno farò questo, otterrò quello, smetterò di fumare, di mangiare, di bere, di odiare, cambierò casa, partner, lavoro, vita etc. e tante care cose.”
I buoni propositi per l’anno nuovo rischiano ormai l’automatismo del “a te e famiglia” che invii magari ad amici o conoscenti dimenticando che l’hanno appena persa oppure ne hanno interrotto i rapporti da decenni. Azioni meccaniche fatte senza pensarci troppo, perché promettersi e augurarsi qualcosa di positivo o di bello è più importante, è sempre di buon auspicio, anche se sappiamo bene come va la vita, e quali distrazioni ci assorbiranno appena passerà questo 6 gennaio, che tutte le Feste si porta via.
Quindi per evitare figuracce o i soliti sensi di colpa quando il prossimo 31 dicembre mi accorgerò di non esser riuscita a rispettare questa o quella promessa fatta 12 mesi prima, ho deciso di inaugurare il 2025 con un vecchio ottimo proposito. Vecchio perché espresso ormai anni fa e perché si tratta di qualcosa per cui 365 giorni non bastano di certo a mettere in pratica, ma sono più che sufficienti a dimostrarmi la bontà dell’obbiettivo.
Parlo ovviamente dell’eradicare la Pedagogia Nera, il buon proposito che coltivo ormai dal 2017 e che in questi ultimi due anni in particolare, ho notato avvicinarsi alla sua futura realizzazione raggiungendo scalini sempre più alti. Scalini di consapevolezza raggiunti da un numero crescente di persone che iniziano a sapere cosa sia davvero la violenza educativa, a metterla in relazione con la propria rabbia repressa, i propri malesseri e soprattutto a capire come fare per spezzarne la catena secolare tramandata da generazioni.
Non dimentichiamo poi che la Pedagogia Nera è - come amo spesso definirla nei miei interventi - il “braccio armato del patriarcato” ovvero il metodo concreto per stroncare nell’infanzia lo sviluppo di qualsiasi forma di ascolto, di empatia, verso se stessə e lə altrə, incoraggiando così gli uomini alla dominazione senza se e senza ma, sulle donne o su chi ha meno potere di loro, e queste a subirla perché se la meritano o se la sono cercata. Combattendo la Pedagogia Nera, combattiamo anche il patriarcato.
Il buon padre di famiglia.
Tra la fine del 2024 e i primi giorni di questo nuovo anno, sono successe tre cose che mi hanno particolarmente incoraggiata nel portare avanti il mio vecchio buon proposito dell’anno.
La prima è stata il Processo Mazan, il processo per lo stupro “di massa” di Giséle Pelicot ad opera di 83 uomini, di cui 51 identificati e condannati, compreso il marito, un processo storico che ci ha aperto lo sguardo sulla assoluta banalità di chi ci violenta e su quanto sia ora appunto di cambiare mentalità, partendo dall’educazione.
Tra le tante cose di cui si è parlato intorno a questo evento, una in particolare mi ha interpellata ovvero la carta usata dalla difesa per scagionare o diminuire la pena degli imputati, quella del buon padre di famiglia. Una carta che li vuole mostrarli come vittime, persone per bene cadute nel tranello teso dal marito di Gisèle, persone che per giustificare i loro atti hanno potuto addurre scuse indecenti come l’asserire: “non sono io quello” di fronte ai video che li ritraevano nell’atto sessuale, una carta utile a scusare la loro ignoranza sul fatto che Gisèle Pelicot dormisse perché drogata, e non fosse quindi consenziente, una carta usata per farci credere che avessero semplicemente obbedito ai voleri di Dominique Pélicot con il loro “me lo ha detto suo marito” Certamente, come se Gisèle fosse un oggetto che ti presto, basta me lo riporti in buone condizioni.
Per carità, la difesa ha fatto semplicemente il suo lavoro, cercando di farli passare come se le vittime fossero loro, usando come scusante appunto uno dei dogmi più forti tramandati dalla Pedagogia Nera: i “buoni padri di famiglia”.
Da questa definizione è partito l’illuminante articolo di Clara Cini su Le Monde - lo leggi qui mentre qui trovi il mio post che lo riassume e analizza - sottolineando che il processo a contribuire a fare crollare di questo dogma, sostenendo a ragione che dopo Mazan sarà impossibile usare l’espressione “è un buon padre di famiglia”, la formula che per secoli ha scusato tutte le violenze maschili, giustificandole e minimizzandole perché compiute appunto da un buon padre di famiglia, un uomo sicuramente giusto, misurato, ragionevole che se commette errori è solo perché costretto, provocato oppure perché ubriaco, troppo innamorato, con un brutto carattere, ma non certo cattivo, né tanto meno un mostro. Infatti i mostri non esistono e i buoni padri di famiglia sono innanzitutto uomini, banalissimi uomini che ci stuprano, e se non sono tutti gli uomini, può però esser chiunque: il postino, il papà del compagno di scuola di mia figlia, l’insegnante, l’avvocato, il pompiere, tuo cugino, il panettiere, il disoccupato, il medico, il nonno della porta accanto… insomma CHIUNQUE.
Grazie a Gisèle Pelicot, si apre finalmente un dibattito serio a livello istituzionale e legislativo sul bisogno di introdurre ove possibile la nozione di consenso, sulla necessità di un’educazione sessuo-affettiva nelle scuole a partire dalle materne, sullo scardinare la cultura dello stupro nella quale cresciamo tuttə e io spero fortemente ciò accada il prima possibile. Che il prima possibile i bambini e le bambine non crescano più subendo gli abusi di un qualsiasi buon padre di famiglia. Scusandolo come si è sempre fatto.
L’uomo forte
La seconda cosa che mi ha convinta a sostenere anche per il 2025 il mio buon vecchio proposito, riguarda il problematico intervento di Mammucari a Belve, che ho visto ed ascoltato nella sua integralità e che ti consiglio di recuperare. L’atteggiamento violento dell’uomo estremamente a disagio perché non é nella sua abituale posizione di forza, perché non può controllare la situazione e quindi l’intervistatrice, peraltro donna!, Francesca Fagnani, è un bel esempio concreto di come si diventa crescendo a pane e violenza educativa, dell’uomo forte. E tra l’altro senza nessuna consapevolezza della violenza di ciò che ci portiamo dentro.
Di quanto per un uomo la fragilità sia sinonimo di fallimento, di debolezza e vada nascosta o repressa il più possibile. In proposito ti segnalo il lavoro di Francesca Cavallo - Maschi del Futuro - che analizza da tempo i danni di un’educazione maschile improntata alla forza e alla soppressione delle emozioni.
Mi ha colpito moltissimo Mammucari quando racconta del collegio, delle botte subite e date, del dover subito far capire chi era il più forte per evitare di soccombere, é stato come leggere alcuni passaggi del libro di Katharina Rutschky. Però se da un lato Mammucari è incapace di ascoltarsi quando parla, per fortuna dall’altro ci sono stati un paio di giornalisti che hanno invece messo a fuoco questo aspetto della sua infanzia per spiegare le reazioni che ha avuto in studio. Scusami tanto, ma non riesco più a trovare quegli articoli, trovo però che il fatto ci siano altre persone in grado di fare queste connessioni e riportarle ad un pubblico vasto, sia un bel passo avanti nella narrazione mediatica. Non credi?
Battito d’ali
Il terzo ed ultimo avvenimento mi vede invece coinvolta a mia insaputa su un fatto accaduto a Lerici (SP). In questo Comune è stata affissa nei giorni scorsi una locandina per annunciare la distribuzione dei regali per la Befana ai bambini, ma solo a QUELLI BUONI.
Si è così scatenata una polemica - per fortuna! - su questa “battuta” che non fa ridere più nessunə e la giornalista Sondra Coggio, su IL SECOLO XIX, ne ha sottolineato la criticità menzionando anche il mio speech al TedX Lerici: I BAMBINI CATTIVI NON ESISTONO (lo diventano).
Ed è proprio il fatto di esser stata menzionata ad avermi fatta felice, ad avermi fatto pensare che il mio lavoro di divulgazione sulla violenza educativa, unito a quello di tante altre persone, possa essere davvero il famoso battito d’ali di farfalla capace di scatenare un ciclone dall’altra parte del pianeta.
Tre eventi che mi fanno credere qualcosa si stia muovendo nella giusta direzione, che non bisogna mollare, anzi e che l’opinione pubblica sta finalmente iniziando a prendere coscienza sul fatto che certi dogmi non sono (mai stati) educazione, ma solo pura e semplice violenza, e che la violenza e gli abusi sui bambini crescono solo adulti violenti, verso se stessi e verso gli altri, nutrendo così la secolare spirale di vittime e carnefici.
Ti faccio qualche domanda
Sto scrivendo il mio nuovo spettacolo e vorrei farti una mini intervista, chiedendoti:
che rapporto hai col denaro? Lo accumuli?(che è diverso dal risparmiarlo) Ne hai paura? Lo spendi e spandi? Ti dicono hai il braccino corto? Oppure… ?
Rispondimi pure via messaggio cliccando sul bottone qui in basso, ti garantisco che la tua risposta resterà anonima, cioè arriverà solo a me e non la pubblicherò MAI:
GRAZIE!
Angolo della Biutezza
Biutezza – per chi ancora non lo sapesse - è la storpiatura della parola “bellezza” ed ecco quindi la lista delle cose che ho amato di più in assoluto durante il mese appena trascorso: libri, serie TV, film, podcast etc. che spero possano piacere anche a te!
A man on the inside serie tv americana su Netflix, un vedovo 70enne si improvvisa agente segreto in una casa di riposo… Mi ha commosso un sacco!
Buy Now l’inganno del consumismo documentario Netflix che ti farà cambiare idea sul nostro modo di fare shopping
Bodkin la serie tv irlandese su Netflix, tra crime e relazioni umane, imperdibile! Scritta e interpretata benissimo e non lo dico solo io, ti lascio il link alla recensione cliccando sul titolo.
Nos pères, nos frères, nos amis, dans la tête des hommes violents di Mathieu Palain, un libro che si legge in poche ore, estremamente istruttivo
Mi limitavo ad amate te di Rosella Postorino, un altro capolavoro della stessa autrice.
Basaglia e i suoi podcast di e con Massimo Cirri e Matteo Caccia, l’umanità nella psichiatria.
Calendario
le date della mia tournée iniziano ad esser già tante in questi primi mesi del 2025, quindi meglio se ti lascio qui il mio calendario dove troverai anche i link per i biglietti
te ne ricordo però 3 importantissime che rispondono ai: “quando vieni a Torino?” “quando aprono la biglietteria/possibilità di iscrizione?” e i “quando fai un laboratorio sull’empatia aperto a tuttə?” Le risposte sono: 25 GENNAIO a ROMA e 22 FEBBRAIO a MILANO terrò il mio Lab sull’Empatia, a meno che non ci siano abbastanza iscrittə, quindi corri subito a cliccare per farne parte, mentre il 15 MARZO a TORINO sono finalmente disponibili i biglietti per il convegno che inauguro con la mia Lezione Spettacolo I BAMBINI CATTIVI NON ESISTONO! (ancora per qualche giorno in tariffa early bird)
E’ stato pubblicato il mio speech al TedX Lerici dello scorso 12 ottobre, è su You Tube, lo vedi qui!
Per questo mese è tutto!
GRAZIE a chi ha già acquistato l’abbonamento alla mia NiuZletter, sto pensando di regalare degli sconti agli spettacoli o addirittura degli inviti gratuiti, oppure svelare in anteprima date che non sono ancora state pubblicate nel calendario, non so, in qualche modo voglio ringraziarti per la fiducia e il sostegno, troverò il modo.
Intanto vado a preparare la valigia che domani si parte per la Puglia con STAI ZITTA!
Ciao e buoni vecchi propositi per il 2025!
anto