Marzo, il teatro come cura.
La tournée mi aiuta a sostenere e a contrastare le conseguenze della peggior Pedagogia Nera, tra leoni di tastiera e Trump&Co.
La settimana scorsa sono stata in giro per il Nord Est con due repliche di STAI ZITTA! in Friuli, mentre VECCHIA SARAI TU! e INFANZIA FELICE mi hanno portata in Veneto. Giorni passati a viaggiare tra hotel, ristoranti, teatri, camerini, treni, corriere e Doblò, in cui la stanchezza fisica - i 55 anni si sentono! - è stata però ampiamente ripagata dalla presenza, dall’energia e dall’affetto delle persone che sono venute ad assistervi.
Non parlo tanto dei sold out o delle standing ovation, che per carità fanno sempre piacere e mi confermano la necessità di raccontare queste storie, oltre a darmi il senso dei tanti km percorsi ogni anno in lungo e in largo per portarvele sotto casa.
Parlo degli abbracci, della voglia di parlarsi dopo lo spettacolo, di raccontarsi come stiamo, cosa stiamo provando, quali sono i nostri pensieri in merito al tema andato in scena, a quello che viviamo nel nostro quotidiano e quali soluzioni possiamo mettere in pratica per stare meglio.
Parlo insomma della rete umana, di quella che si crea grazie al teatro, quel rito collettivo millenario che permette di incontrarci, di riflettere sulla nostra condizione umana aiutandoci a liberare le emozioni e a superare i traumi.
Parlo in particolare di quest’ultima settimana di tournée, perché rispetto alle altre di gennaio e febbraio, sono successe due cose che mi hanno fatto riflettere su quanto il teatro mi aiuti emotivamente e psicologicamente a far fronte alla violenza quotidiana dell’attualità, oltre a farmi sentire meno impotente rispetto alla possibilità di cambiare le cose.
Il primo fatto è avvenuto a Mestre, quando giovedì vi ho fatto tappa prima delle date venete. Ero da sola e sono andata nel mio solito hotel moderno, a due passi dalla stazione, frequentato anche da molti stranieri che vogliono visitare Venezia. Alla reception ne trovo uno, un inglese di una certa età che una volta concluso il check in, invece di limitarsi a ringraziare e basta l’addetta al desk, se ne esce con un compiaciuto ed urlato “and as you say in italian: ma che bella ragaza!”
La “ragaza” sta lavorando, abbassa gli occhi sulla tastiera, con aria di disagio e abbozza un sorriso di convenienza, lui ride ringalluzzito e io che sono reduce da STAI ZITTA! gli rispondo ironica: “Oh, I see you’re doing catcalling!” Se ne va un po’ stranito, evidentemente - complice l’età forse - non sa che ha appena fatto quel che si definisce un “complimento non richiesto” che rientra nel catcalling, una molestia.
La “ragaza” è giovane, con lunghi capelli biondi, occhi azzurri, elegante e davvero bella, ma che non si trova lì perché un uomo le commenti il corpo come fosse un oggetto pubblico, è lì che sta lavorando. Ancora prima di dirle il mio nome per la prenotazione, parliamo di quanto appena accaduto e mi ringrazia di esser intervenuta, “sapesse quante volte mi succede”, lo immagino eccome, ma la sua posizione professionale le impedisce di reagire con un cliente, come invece ho potuto fare io.
Salgo in camera e descrivo brevemente l’episodio su threads per sottolineare l’ignoranza riguardo a questo genere di molestie. In men che non si dica, mi ritrovo in una shit storm, la cosiddetta tempesta di “merda” in cui decine e decine di uomini - e qualche ancella del patriarcato - mi attaccano perché “ormai non si può più dire nullaH!”
Se all’inizio ho risposto a qualcuno cercando di approfondire, quando ho visto che in realtà ciò diventava solo un pretesto per continuare a sfogare aggressività repressa, ho smesso e sono rimasta ad osservare. Ho notato così dalla quantità di commenti che arrivavano ogni pochi secondi, quanto queste persone avessero in realtà il bisogno urgente di affermare il loro punto di vista. Senza mostrare mai un minimo dubbio, usando lo scherno, l’umiliazione, gli insulti, senza mai per un momento considerare un punto di vista diverso dal proprio, soprattutto se di una donna.
Se questa donna considera molestia un certo atteggiamento, non solo non viene creduta o ascoltata, ma addirittura tacciata di voler limitare la loro libertà nel voler “essere galanti”. Rafforzando il credo che si è sempre fatto così e non è mica mai morto nessuno per un “complimento”. Forse non un uomo, ma una donna sì, e spesso, perché i complimenti non richiesti sono la punta dell’iceberg della violenza di genere, sono solo un esercizio di potere, ti ricordano chi è il più forte e se non sei carina con lui...
Il secondo fatto è successo a Washington, quando Trump e Vance hanno bullizzato in diretta mondiale Zelensky. Ho seguito la scena mentre mi struccavo venerdì sera dopo lo spettacolo, mi ha talmente scosso che la rabbia e lo sconforto mi hanno tenuta sveglia a lungo. Uno spettacolo di arroganza, prevaricazione e violenza, atteggiamenti peraltro mostrati con sfacciato orgoglio, insomma un triste spettacolo con l’uomo forte, il macho man, che non deve chiedere mai e pretende tutto subito. Pensavo il fondo si fosse toccato pochi giorni prima, quando Trump aveva proposto la deportazione del popolo palestinese, per far della Palestina una Las Vegas del medio oriente. Mi sbagliavo.
Alle derive della Pedagogia Nera sembra non esserci alcun limite.
Credo però un limite glielo dia il Teatro. Quel luogo fisico, reale, in cui ci si incontra dal vivo, in cui chi si trova sul palco racconta una storia che potenzialmente può toccare la mente e il cuore di chi sta sedutə in silenzio in platea e la ascolta. Uno spazio temporale in cui centinaia di persone, sedute una accanto all’altra, stanno nel qui e ora, senza nessuno schermo.
La replica di INFANZIA FELICE sabato è stata particolarmente potente. Per me, che dal palco ripetevo battute conosciute, eppure nuove, che risuonavano come fossero una chiamata ad unirci tuttə insieme contro la normalizzazione della violenza a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi, contro l’ingiustizia che colpisce con sempre più forza i deboli, contro l’indifferenza indotta dai social media, ricordandoci cosa possiamo fare nel nostro piccolo per cambiare in meglio la situazione. E poi anche per le persone in platea, che numerose mi hanno aspettato alla fine con la voglia di abbracciarmi, di dirmi quanto la fiaba che avevo appena raccontato, le aiutasse a capire quel che sta succedendo oggi, non solo negli USA.
È stato rigenerante. Ho capito così che ai leoni da tastiera e ai vari Trump&CO, si può rispondere solo occupando quegli spazi reali di biutezza che loro aborrono, spazi che ci fanno sentire insieme, non isolatə, in cui l’ascolto è cosa ovvia e giusta, spazi fisici in cui sentiamo di non esser solə, permettendoci nello scambio di elaborare strategie di resistenza e di cambiamento. Il Teatro è uno di questi.
Ultima cosa: mi ringraziate spesso voi per quello che faccio, ma temo sottovalutiate quello che fate voi per me. Voi che prendete l’auto e fate a volte tanti km per raggiungermi, come sabato che a Verona c’erano persone arrivate da Trento, da Milano, addirittura da Tortona! Il vostro affetto, la voglia che mi mostrate di sapere, di ascoltare, mi fa credere che ce la faremo davvero a spezzare questa secolare catena di violenza. Grazie.
Angolo della Biutezza
Questa mia NiuZletter nasce anche dalle riflessioni preziose di altre tre donne:
e che con le loro newsletter della scorsa settimana, mi hanno fatto sentire meno sola e impotente. E Anne Cecile Mailfert che con il suo intervento a France Inter suggerisce che gli atti violenti di Trump&Co siano la risposta rabbiosa al fatto che il loro mondo, misogino, maschilista, razzista, omofobo etc. stia in realtà morendo di fronte a quello che il Femminismo sta creando.Calendario
Tante altre date in marzo dove poterci incontrare, ma non sono tutte, sto aspettando la conferma per un paio di opzioni… quindi controllate sempre il calendario sul mio sito qui!
4 marzo STAI ZITTA! Empoli (FI) Teatro Excelsior
5 marzo STAI ZITTA! Abbadia San Salvatore (SI) Teatro Comunale
10 marzo QUESTA SONO IO Milano Auditorium Bicocca
13 marzo STAI ZITTA! Mirano (VE) Teatro Comunale
15 marzo I BAMBINI CATTIVI NON ESISTONO Torino #soldout
20 marzo STAI ZITTA! Collecchio (PR) Teatro Crystal
22 marzo STAI ZITTA! Camposampiero (PD) Teatro Ferrari
26 marzo PIACERE, DENARO! Bologna Teatro Dehon
27/30 marzo STAI ZITTA! Milano Teatro Carcano (quasi sold out)
28 marzo PIACERE, DENARO! Milano #eventoaziendale