Mi sentivo strana, ma tra i vaccini fatti a fine ottobre, la cura omeopatica per tenere alte le difese immunitarie, una sana alimentazione, una moderata costante attività fisica, mi dicevo: “sarà la stanchezza, una bella dormita e passa tutto!”
Era proprio la stanchezza, ma in realtà la dormita non sarebbe bastata. La stanchezza era troppa e ha fatto accomodare nelle mie cellule un simpatico virus, passato dal mio direttore tecnico a me circa tre settimane e fa e che, a giudicare dall’orecchio destro ancora tappato, al momento non ha deciso di trasferirsi altrove.
Mi sono ammalata e non mi succedeva da anni! Una brutta tosse persistente, tanto catarro, niente febbre, il corpo KO, dolorante, incapace di rispondere ai kg di tachifludec e fluimucil assorbiti. Insomma una brutta bestia. Mi sentivo strana e quando mi sono finalmente fermata, venerdì 19 aprile, sono crollata.
Non ho potuto fare altro che fermarmi, cancellare tutti gli appuntamenti, rimandare il lavoro, per fortuna non avevo doveri professionali inderogabili, così ho potuto stare sul divano o a letto e passare le ore producendo solo anticorpi per contrastare questa strana influenza.
Un lusso. Un lusso possibile perché ho un lavoro che me lo permette, perché guadagno bene, perché non ho figlə a carico di cui mi devo curare, non ho vecchə in famiglia da accudire, perché non sono sola - e non parlo solo del coinqui, ma anche deə tantə amicə che si sono offertə di darmi una mano con la spesa o con le medicine da prendere in farmacia - perché posso contare su una casa calda e comoda e via dicendo.
Ci ho pensato ieri, 1° maggio, la Festa delle lavoratrici e dei lavoratori, e mi sono chiesta quantə di loro possono permettersi di stare a casa se sono malatə, anche per una banale influenza che magari non ti dà febbre, però ti indebolisce, ti fa male al corpo e alle orecchie? Quantə possono comprarsi le quantità di medicine che ho comprato io senza ricetta medica? Una scatola di fluimucil o di tachifludec possono costare sui 9-10€/una, io ne ho consumate 4… Più ibuprofene, propoli soluzione, isomar spray e una notevole quantità di fazzoletti di carta. Quantə possono stare a casa qualche giorno senza preoccuparsi che questo non influenzerà il loro guadagno mensile? Quantə free lance, ma anche dipendenti, rinunciano a curarsi, peggiorando il loro stato di salute generale? E questo cosa comporta per la loro vita e per la società?
Io mi sono ammalata perché ero troppo stanca, avevo lavorato troppo, viaggiato troppo, non avevo evidentemente riposato abbastanza o mangiato abbastanza bene. Però mi sono potuta fermare e curare. Dovrebbe esser normale, ma non lo è. C’è un bellissimo libro che ho letto tempo fa, é scritto da Francesca Coin e il titolo é: “Le grandi dimissioni” Un libro che apre una riflessione sul mondo del lavoro e del perché molti lo stiano lasciando o cambiando. Tra questi anche il fatto di vivere per lavorare senza potersi permettere molto altro, anche di fermarsi quando ci si ammala.
Da qui il pensiero che forse quando c’è la salute, ci dovrebbe essere anche la possibilità di mantenerla senza perderla, altrimenti non è vero che “c’è tutto!”.